• martedì , 3 Dicembre 2024

L’importanza della bioagricoltura per il nostro pianeta

Scopriamo insieme tutti i motivi per i quali praticare la bioagricoltura è fondamentale non solo per la qualità dei prodotti che ingeriamo, ma anche per la salute del nostro pianeta.

Che cos’è la bioagricoltura e quali sono i suoi obiettivi?

La bioagricoltura, nota anche come agricoltura biologica, è un metodo di coltivazione che avviene tramite l’utilizzo esclusivo di sostanze e prodotti di origine biologica, in quanto uno dei fini di questo processo è quello di tutelare l’ambiente agendo in totale regime di eco sostenibilità.

Dedicarsi a questo intervento fa sì che l’uomo impari ad utilizzare le risorse naturali limitando gli sprechi ed utilizzando la ragione, garantendo al tempo stesso la presenza di diverse specie e facendo sì che gli equilibri naturali vengano totalmente rispettati.

Allo stesso modo si vuole mantenere la fertilità del suono e far sì che l’acqua riesca a svolgere la sua funzione senza andare incontro a fenomeni di inquinamento che potrebbero risultare pericolosi anche per la salute degli animali.

Chi si dedica alla bioagricoltura decide di non utilizzare in alcun modo prodotti chimici e pesticidi che potrebbero comportare l’inquinamento per il terreno e i vegetali, ma sceglie di utilizzare prodotti biodegradabili ricorrendo a dei fertilizzanti che possano migliorare la qualità del terreno senza aggredirlo chimicamente.

Un altro intento che questa disciplina vuole raggiungere è la salvaguardia di quegli insetti che sono ritenuti utili per il benessere delle piante.

Le basi dell’agricoltura biologica

Come abbiamo detto, uno dei fini dell’agricoltura biologica è quella di garantire la sopravvivenza degli insetti che, a differenza dei parassiti, non danneggiano la pianta ma creano quelle condizioni che possono comportarne la diffusione e la crescita.

Per proteggere il terreno vengono messe in atto delle procedure che mirano alla conservazione dei parametri ideali senza ricorrere all’utilizzo di prodotti chimici.

Una di queste tecniche è nota con il termine di pacciamatura e consiste nel ricoprire il suolo con materiali come erba o fieno, facendo sì che venga bloccato il processo di crescita delle piante infestanti.

La pratica del sovescio, invece, vede la semina di piante come trifoglio, spinaci, colza e via dicendo, il cui compito è quello di rendere più fertile il terreno evitando i fenomeni di erosione.

Altamente diffuso anche l’utilizzo di concime organico, che permette di nutrire il terreno con vari elementi fra cui resti vegetali, cenere e rifiuti animali che riescono a svolgere la loro funzione, limitando le fonti di inquinamento.

I vantaggi legati alla bioagricoltura

Praticare la cultura biologica è sicuramente molto più vantaggioso che dedicarsi all’agricoltura classica, in quanto si può beneficiare di prodotti di alta qualità del tutto privi di contaminazione chimica

Oltre alla qualità dei prodotti, che risulterà inevitabilmente più alta, è possibile ridurre l’inquinamento e optare per scelte ecosostenibili, facendo sì che la natura possa svilupparsi nella maniera adeguata senza sopperire a seguito della propagazione di prodotti chimici e tossici in grado di danneggiarla gravemente.

Possiamo inoltre beneficiare della conservazione di un innumerevole varietà di specie che, solitamente, viene indicato col processo di biodiversità e far sì che ogni risorsa venga utilizzata limitando così gli sprechi, in quanto ogni prodotto avrà la possibilità di essere impiegato nuovamente per un fine più grande.

Cosa dice la legge in merito alla bioagricoltura e quali sono le sostanze ammesse in questo regime?

La legge è molto chiara in termini di bioagricoltura, poiché è stato emesso un regolamento europeo che prevede la presenza di numerose disposizioni e normative che vengono costantemente aggiornate.

La procedura in questione è molto complessa e contiene un elenco di tutti quei prodotti che possono essere utilizzati nell’ambito della bioagricoltura che, ovviamente, devono avere un’origine strettamente biologica.

Sono state quindi delineate delle categorie ben specifiche entro le quali valutare e verificare le potenzialità di questi prodotti.

Ecco un elenco di quelle ufficialmente riconosciute:

  • Sostanze di origine animale o vegetale: cera d’api, gelatina, lecitina, oli vegetali e proteine idrolizzate;
  • Microrganismi: batteri, funghi e virus di origine naturale che possono essere impiegati per dare il via a diversi fenomeni di fermentazione e composizione;
  • Sostanze tradizionali: Etilene, sale di potassio, zolfo, olio di paraffina, rame, minerali, zolfo, bicarbonato di potassio e idrossido di calcio;
  • Prodotti corroboranti: polvere di pietra, polvere di roccia, gel di silice, oli vegetali e alimentari, aceto, sapone di potassio, sapone di Marsiglia e calce viva;
  • Prodotti per respingere elementi potenzialmente dannosi: fosfato d’ammonio, feromoni e piretroidi.

Miti da sfatare per quanto riguarda l’agricoltura biologica

Anche il settore della bioagricoltura è stato più volte additato e caratterizzato dalla presenza di dicerie e notizie false, che non sono assolutamente verificabili ma che, anzi, vanno smentite per il benessere di questo universo.

Uno di questi riguarda sicuramente le leggi e le certificazioni burocratiche che si possono verificare in questo settore.

Nonostante siano presenti diverse leggi volte a tutelare l’agricoltura biologica, è importante verificare personalmente tutti quegli aspetti che determinano un prodotto biologico come tale.

Solitamente un prodotto biologico viene definito come tale solo se viene sottoposto a diverse procedure e se rispetta dei precisi parametri individuati dalla legge.

Per quanto riguarda invece la certificazione, è bene che essa sia riconosciuta da alcuni enti ufficiali tramite delle procedure che analizzano tutta la documentazione relativa alla produzione del prodotto e verificano la qualità dei terreni e dei prodotti tramite dei controlli regolari.

Ovviamente, non tutti i prodotti che si spacciano per biologici lo sono poi in realtà e quindi è bene verificare la presenza di tutti quei fattori che permettono ad un determinato ingrediente di ottenere la dicitura bio.

In molti casi è possibile acquistare questi prodotti tramite la vendita diretta, che dona valore aggiunto all’azienda che si occupa della compravendita del prodotto, in quanto si passa dal venditore al consumatore senza interfacciarsi al processo di industrializzazione.

Conclusioni

La bioagricoltura si sta diffondendo sempre più, in quanto consente una lunga serie di benefici di cui la salute umana e l’ambiente non possono più fare a meno.

Anche le leggi permettono ai vari coordinatori di entrare in possesso di tutte quelle conoscenze e degli strumenti utili per avvicinarsi a questa disciplina sorprendentemente valida.

Si spera che in futuro questo tipo di agricoltura riesca a sovrastare definitivamente tutte le altre, eliminando l’utilizzo di prodotti e fertilizzanti chimici in maniera definitiva.

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